Tuesday, February 5, 2019

2000 anni di toponomastica fiorentina

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Nello studio della storia delle città, la toponomastica delle vie, delle piazze e dei quartieri viene spesso usato dagli storici e dagli archeologi per meglio indagare lo sviluppo del tessuto urbano nel corso dei secoli: un tale studio diventa poi fondamentale per quelle città che, come Firenze, vantano una storia quasi bimillenaria. La toponomastica di Firenze, poi, è molto singolare, in quanto riferita a particolari eventi, professioni o personaggi che hanno caratterizzato la storia e la vita della città.

Iniziamo subito con il dire che i tipi di strade a Firenze hanno vari nomi: tra i più particolari ricordiamo “chiasso”, usato per indicare un breve tratto di strada urbana senza sfondo, “borgo”, per indicare le zone costruite nelle vicinanze delle porte cittadine e delle mura, e “sdrucciolo”, termine indicante quelle vie leggermente in pendenza.

Ma quali sono i toponimi di Firenze?

Molti nomi di vie o piazze derivano dalle famiglie nobili che lì risiedevano. gli esempi sono molteplici: via de’ Tornabuoni, via de’ Martelli, via de’ Bardi, etc. Altri, invece, furono assegnati in base alle magistrature che nei palazzi di quelle vie esercitavano la loro carica: in via del Proconsolo (la via dove si trova il Bargello) risiedeva ed esercitava le sue funzioni il proconsolo, cioè il capo dell’Arte dei giudici e dei notai e, in seguito, di tutte le arti e le corporazioni fiorentine; in piazza dei Giudici (dove oggi si trova il museo Galileo) avevano sede i cosiddetti “giudici di ruota, così chiamati perché nominati a rotazione tra tutti i laureati in legge della città; in piazza della Signoria, poi, avevano sede, in Palazzo Vecchio ovviamente, prima i priori e il gonfalone di giustizia, le massime autorità repubblicane, e poi, dal XVI secolo in poi, il governo del granduca.

Molti nomi, poi, fanno riferimento alle strutture e alle strade della Firenze romana: in via delle Terme, per esempio, dovevano sorgere le antiche terme romane della città e in via del Campidoglio doveva sorgere il Capitolium (il tempio dedicato alla Triade capitolina); via Torta, invece, deve il suo nome al fatto che le case di questa via sono state costruite sui resti dell’antico anfiteatro romano di Firenze, fornendogli quindi un andamento curvilineo; via Calimala, che sorge su un tratto dell’antico cardo maximus della colonia romana, sarebbe così denominata dall’unione delle parole “callis”, che in latino significa appunto “via”, e “mala”, che alcuni identificano come una storpiatura di “maximus”.

Altri toponimi, poi, fanno riferimento a particolari attività o lavori lì svolti: piazza delle Pallottole (vicino all’abside del Duomo) era l’unico posto, nella Firenze medioevale, in cui era consentito giocare a “pallottole”, oggi più comunemente chiamate “bocce”. Tale norma venne imposta dal comune, perché all’epoca questo sport, molto amato dai fiorentini, era praticato dovunque, creando seri problemi di ordine pubblico, in quanto molte partite degeneravano in risse. In via dei Leoni aveva anticamente sede il cosiddetto “serraglio”, ovvero una gabbia nella quale il comune teneva dei leoni, simbolo della potenza della Repubblica di Firenze. In via delle Serve Smarrite, invece, si ritrovavano anticamente tutte quelle donne che cercavano un occupazione come governate o cameriera presso le famiglie nobili. In via dell’Ariento avevano sede le botteghe che lavoravano l’argento,mentre in borgo Tegolaio stavano le officine che producevano i laterizi e le tegole rosse. Infine, in piazza della Passera e in via delle Belle Donne, come si può già intuire dal nome, avevano sede le più importanti e lussuose case di tolleranza della città, che all’epoca erano frequentate dagli uomini delle famiglie aristocratiche più importanti della città.

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